cardo riccardo il fabbro  

perche' cardo riccardo

 

In viale saffi, 39 a Imola c'era l'officina del fabbro Riccardo Cardo, il marito della zia Nina, la sorella del nonno Gino.

Faceva il mestiere artigiano come si faceva una volta, in bottega, con cura e precisione.

La sua passione era il ferro battuto. Li' c'era vera arte: ragni e altri animali, cornici e oggetti di arredamento. Ma soprattutto le rose. Perfette, con una lavorazione dei petali e delle foglie molto particolare. Ancora oggi in viale saffi, a Imola, si puo' ammirare il suo lavoro sul portone e le ringhiere delle terrazze al numero 39.

L'altra sua passione erano le bocce e la bocciofila di Imola di cui era uno dei fondatori. Aveva realizzato la carpenteria metallica degli impianti e c'e' un memorial di bocce intitolato a lui.

Me lo ricordo, da piccola, mi faceva sempre ridere lo zio Riccardo. Era un personaggio della citta'. Famosa e' rimasta la scommessa che aveva fatto col barbiere del quartiere al quale porto' via la specchiera del negozio.

Aveva fatto tutto da solo. Il suo lavoro e la sua casa. Era figlio di nessuno (N.N.) come tanti della sua generazione. Il suo nome e' un'invenzione delle infermiere dell'Ospedale che lo trovarono abbandonato all'ingresso.

Abbiamo cominciato a costruire la nostra impresa da un'idea e senza certezze, in quella che fu la sua casa e la sua bottega. Perciò l'abbiamo voluta chiamare "officina di progettazione e sperimentazione grafica multimediale". Abbiamo scelto anche il suo nome, dopo lunghe invenzioni e fantasie, perche' nel campanello c'era scritto Cardo Riccardo. Un artigiano che lavorava con passione e figlio di nessuno.